29° Anniversario della Strage di Via D’Amelio

21 Lug 29° Anniversario della Strage di Via D’Amelio

Si è svolta lunedì 19 Luglio, al Parco del Popolo, la commemorazione della Strage di Via D’Amelio.

Qui di seguito  l’intervento di Fabio Salati, Presidente del Centro Sociale Papa Giovanni XXIII – SCS ONLUS

“Il 19 luglio 1992 ero in Sicilia, avevo 7 anni…quasi 8, tutte le estati finita la scuola passavo qualche settimana a casa dei miei nonni, mio nonno siciliano di nascita e una vita lavorativa trascorsa a Reggio Emilia, aveva deciso una volta andato in pensione di tornare a vivere nell’unica terra che sentiva davvero sua.

Ricordo il telegiornale della sera, le immagini delle auto carbonizzate, alcune ancora avvolte dalle fiamme, via D’Amelio ridotta ad un cratere, i palazzi sventrati…i giornalisti che parlavano di resti umani e dei cadaveri di un giudice e dei 5 uomini della sua scorta morti sul colpo. Ricordo la sensazione di paura…ero lontano dai miei genitori rimasti a Reggio Emilia e queste immagini così forti, di una strage avvenuta in Sicilia spaventavano quel bambino di 7 anni che capiva poco di quello che stava succedendo… se non che era qualcosa di grosso e pericoloso vicino a dove era lui in vacanza dai nonni. Ricordo che i giornalisti ripetevano spesso nel corso del lungo servizio la parola mafia…strage di mafia…cosca mafiosa…e non capivo…mi rivolsi a mio nonno e gli chiesi “cos’è la mafia?” “dov’è la mafia?”, mi guardo e mi rispose “Fabio la mafia non esiste…”.

Ho presente ancora oggi la sensazione di confusione nel non riuscire a collegare quelle immagini a qualcosa che mi spiegavano non esistere e di cui non dovevo preoccuparmi.

E’ anche per questo ricordo che dopo quasi 30 anni, provo profondo orgoglio nell’essere qui oggi a rappresentare la Cooperativa di cui faccio parte la Papa Giovanni XXIII. La Papa Giovanni in convenzione con l’amministrazione comunale di Reggio Emilia da oltre 10 anni lavora al fine di promuovere in questa città una cultura della legalità. Ad oggi Papa Giovanni gestisce il centro di documentazione sulle mafie, sito all’interno dei locali di Villa Cougnet in via Adua 57, luogo di libero accesso per la consultazione, la ricerca e l’ottimizzazione delle conoscenze dei fenomeni, sviluppando informazione documentata e rendendo fruibili tutti i numerosi documenti cartacei e digitali di cui il centro dispone. Si tratta di più di 200 atti giudiziari e 300 pubblicazioni tra: ricerche, dossier, alcune riviste e articoli specializzati, libri e saggi.

La parte principale del progetto “Cultura della legalità” riguarda la creazione di percorsi formativi per le scuole secondarie di primo e di secondo grado del territorio comunale. Gli obiettivi dei progetti formativi sono centrati su:

  • Formare ed informare sui contenuti inerenti le organizzazioni mafiose e sulle loro azioni sul territorio e nella vita quotidiana,
  • Promuovere una cultura relativa alle tematiche della legalità, dei diritti, della giustizia e della lotta ai modelli di relazione che si basano sulla prevaricazione, l’umiliazione e l’annullamento dell’altro e aumentare così la conoscenza sui contenuti centrali della convivenza civile.

Grazie a queste progettualità riusciamo ad incontrare e a trasmettere i principi di legalità mediamente a 650 studenti e una trentina di classi tra scuole medie e superiori nel corso dell’anno scolastico.

Tramite il progetto “Cultura della legalità” si è creata un’importante rete di collaborazioni tra la Papa Giovanni e la biblioteca S.Croce che ha sede a Villa Cougnet dove si trova il centro di documentazione, libera “contro le mafie”di cui la Papa Giovanni fa parte anche all’interno del coordinamento provinciale e con cui collaboriamo nei percorsi formativi con le classi scolastiche , l’Istituto Cervi e Anpi e negli ultimi anni collaboriamo a “tribunale bene comune” attraverso il coinvolgimento di alcune classi che vengono ospitate in tribunale dove possono interagire con le figure che lo rappresentano.

E’ grazie a progetti come questo se si riescono a creare contesti educativi e formativi che permettono alle persone di aumentare le proprie competenze, di attivare sistemi di difesa individuali e collettivi e di costruire contesti di riconoscimento e di legalità. La sensibilizzazione e la formazione di un cittadino responsabile che affronta la vita sociale nel rispetto dell’altro e in una dimensione di legalità e di giustizia sociale è da rivolgere prima di tutto ai giovani ma anche agli adulti, i destinatari del progetto “Cultura della legalità” diventano tutti i cittadini che il progetto stesso incontra, più o meno direttamente, all’interno delle progettualità che esso offre sul territorio.

E’ anche grazie a progetti come “cultura della legalità” se cerchiamo di dare risposte precise e profonde alle domande “cos’è la mafia?” “dov’è la mafia?” ai nostri giovani, con la speranza che anche e soprattutto grazie a loro si possa arrivare un giorno a vivere in una società libera dal malaffare, dall’illegalità diffusa, lontano dalla paura e dal senso di abbandono quando determinati fenomeni si manifestano in tutta la loro durezza, così come accadde 29 anni fa a quel bambino di 7 anni…quasi 8… che non riusciva a dare un nome a quelle tremende immagini trasmesse dal telegiornale”

Si veda qui l’articolo di giornale.