Convegno a Montecitorio – Matteo Iori si confronta con le industrie del gioco

27 Dic Convegno a Montecitorio – Matteo Iori si confronta con le industrie del gioco

Ancora troppe cose inopportune o vergognose sul gioco d’azzardo.

Convegno a Montecitorio - Matteo Iori si confronta con le industrie del gioco

Relazione di Matteo Iori (Presidente del CONAGGA) al convegno “Non ti azzardare” tenutosi a Montecitorio il 20 dicembre 2013 alla presenza dei vertici dell’industria del gioco d’azzardo e dei referenti del Governo.

Il convegno è stato organizzato dall’On. Binetti che, per la Commissione Affari Sociali, ha ricevuto l’incarico di presentare alla Camera il disegno di legge sul gioco d’azzardo; disegno che unificherà tutte le proposte sul tema ora giacenti in Parlamento.

Al tavolo, oltre al sottoscritto invitato per rappresentare la “voce fuori dal coro”, erano seduti i massimi rappresentanti della politica e dell’industria del gioco d’azzardo: il Sottosegretario Alberto Giorgetti che per il Governo ha la delega ai giochi d’azzardo, il Presidente di Sistema Gioco Italia Massimo Passamonti, il Direttore Generale della Lottomatica (Gtech Italia) Fabio Attilio Cairoli, e il Vice Presidente di Unigioco Ezio Filippone.

Ho esordito ricordando i numeri dell’ente che presiedo: il CONAGGA (Coordinamento Nazionale Gruppi per Giocatori d’Azzardo) dalla sua nascita ha ricevuto oltre 9.800 richieste di aiuto e seguito oltre 4.400 giocatori patologici nei 255 gruppi che ogni mese vengono tenuti in tutt’Italia. Ho poi sottolineato alcune cose positive promosse dall’industria del gioco d’azzardo (come il decalogo del giocatore di Assotrattenimento e il codice di autodisciplina sulla pubblicità di Sistema gioco Italia) ma mi sono poi soffermato sulle tante cose che a mio avviso sono inopportune o vergognose.

Ho citato il fatto che diversi concessionari, come la Sisal, con contratti “capestro” obbligano gli esercenti a tenere le slot machine e a non spegnerle, a rischio di dover pagare penali di 6.000 euro per ogni slot tolta e di 100 euro al giorno per quelle spente; ho parlato dei meccanismi ingannevoli promossi dai giochi d’azzardo come i “near miss” il fenomeno di rinforzo mentale che avviene quando si sfiora la vincita e che a mio avviso spesso viene utilizzato appositamente dalle industrie del gioco, come nel caso della Lottomatica che, come dai risultati di una ricerca del “Centro Sociale Papa Giovanni XXIII” di Reggio Emilia, nel 40% dei casi stampava biglietti con numeri vicinissimi a quelli che fanno vincere il grande premio per indurre a continuare a giocare; ho chiesto conto al Sottosegretario Giorgetti del perché i Monopoli di Stato da ottobre 2012 hanno smesso di rendere pubblici e diffondere i dati mensili sul gioco d’azzardo, o del perché sempre i Monopoli, quando lui aveva la delega ai giochi anche col governo Berlusconi, hanno fatto un progetto di “prevenzione” nelle scuole (Giovani e Gioco) nel quale si diceva agli studenti che “Non sei un fanatico, ma non ti fai mancare una partitella ogni tanto… giusto per tenerti in allenamento. Poco non fa male nemmeno il veleno” e che diceva a chi non gioca mai d’azzardo che “Ti manca solo la frusta tra le mani… lo spirito del bacchettone aleggia sulla tua testa! Per te non esistono colori, tutto è bianco o tutto è nero. Il gioco è rischio ed a te i rischi non piacciono, meglio aggirare gli ostacoli. Così facendo, però, perdi tutte le sfumature della vita”; ho chiesto al Sottosegretario e ai vari parlamentari presenti nella sala se era opportuno aver messo ai vertici del nuovo osservatorio nazionale sul gioco d’azzardo Antonio Tagliaferri, dirigente dei Monopoli già condannato dalla Corte dei Conti per avere omesso controlli specifici favorendo le industrie di gioco; ho chiesto al Sottosegretario perché in alcune occasioni abbia dichiarato che ci sono troppe slot machine in Italia e poi abbia promosso a novembre un nuovo bando per ulteriori 7.000 licenze per Videolottery, che sono apparecchi molto più aggressivi delle slot e che mediamente, fra i soldi inseriti e quelli restituiti, per ogni ora di gioco fanno perdere al giocatore il triplo del denaro rispetto alle slot machine.

Ho concluso l’intervento auspicando l’avvio di un confronto serio e approfondito fra politica, istituzioni, industria e terzo settore. Nonostante si sia tutti consapevoli delle grandi difficoltà che questo comporterebbe, credo che possa essere l’unica strada per fare fronte ai gravi problemi che oggi il gioco d’azzardo porta sul territorio soprattutto per la popolazione più fragile, problemi che non giovano a nessuno.

Matteo Iori